TEATRO DEL LEMMING Giulietta e Romeo Lettere dal mondo liquido

TEATRO DEL LEMMING Giulietta e Romeo Lettere dal mondo liquido

Sabato 25 febbraio 2017 – ore 21:00

GIULIETTA E ROMEO
LETTERE DAL MONDO LIQUIDO
CON CHIARA ELISA ROSSINI, DIANA FERRANTINI,
ALESSIO PAPA, KATIA RAGUSO, ALESSANDRO
SANMARTIN, MARIA GRAZIA BARDASCINO,
FIORELLA TOMMASINI
MUSICA MASSIMO MUNARO
REGIA MASSIMO MUNARO, CHIARA ELISA ROSSINI

Negli ultimi sedici anni il Teatro del Lemming ha assiduamente
lavorato attorno al mito. Quello greco, con la Tetralogia sul mito e
sullo spettatore; qui il mito interrogava l’immaginario e la coscienza
dei singoli spettatori che, attraverso il coinvolgimento fisico e
sensoriale, erano condotti dalla drammaturgia a riviverne le tappe,
le pulsioni, i movimenti sulla loro pelle e nella loro anima.
▸ Dal 2010, invece, l’attenzione del gruppo si è spostata verso i miti
shakespeariani, individuando nel drammaturgo inglese un perno
fondante della cultura teatrale occidentale e una figura di
riferimento per un teatro inteso come “specchio
dell’anima” (com’era appunto anche per i greci).
▸ Il lavoro su Shakespeare ha portato alla realizzazione dello
spettacolo AMLETO (2010), che ha suscitato molto interesse anche
all’estero, partecipando al Gdansk Shakespeare Festival nel 2012 e
risultando vincitore del Sarajevo Winter Festival 2013 come miglior
spettacolo teatrale, e dello spettacolo GIULIETTA E ROMEO.
LETTERE DAL MONDO LIQUIDO (2013), che è stato presentato in
numerosi teatri e festival nazionali, suscitando particolare
attenzione e interesse tra gli studenti delle scuole superiori. Nel
2016, in occasione dei 400 anni dalla morte di Shakespeare, il
Teatro del Lemming intende concludere la TRILOGIA
SHAKESPEARIANA, attraverso la produzione di un ultimo lavoro
dedicato al drammaturgo inglese (W.S. TEMPEST).
LO SPETTACOLO
▸ Interrogare Giulietta e Romeo ha significato per noi, da subito,
interrogare le nostre vite ed il nostro fragile tempo presente. Ed il
nostro tempo presente è proprio il mondo liquido di cui parla
Zygmunt Bauman, una società sotto assedio in cui tutto sembra
precario, provvisorio, mutabile, senza certezze e senza rassicurazioni,
dove tutto scorre veloce, su un unico binario, quello della
mercificazione. Dove si colloca allora il mito di Giulietta e Romeo in
questa società in cui, per restare a Bauman, anche l’amore ha perso
la sua forza titanica, mitologica, ed è divenuto liquido, precario come
tutte le cose del mondo? Chi sono Giulietta e Romeo per noi?
Questi due giovani sono davvero così inevitabilmente lontani dalle
nostre vite? C’è qualcosa o qualcuno per cui saremmo disposti a
sacrificare tutto? Che cosa saremmo disposti a fare per vivere il
nostro amore?
▸ Il nostro spettacol o è formato da lettere. Queste lettere sono da
intendere anche come capitoli, punti nodali del lavoro: brandelli di
un tempo presente in cui la dimensione solida, quella del mito, non è
ancora andata del tutto perduta e in cui si rintracciano storie di un
desiderio contrastato, tracce di una violenza esplicita o nascosta,
contrasti insanabili, ma anche la tenacia di un volere che non
demorde. La forma della lettera – così apparentemente desueta in
tempi di email o di SMS, eppure a tutti così cara – ci ha aiutato a
mantenere un dialogo fitto e fecondo fra il tempo incorruttibile di
Giulietta e Romeo e questo nostro presente che anela ad una
trasformazione vitale.

Il Teatro del Lemming è una compagnia teatrale di ricerca fondata nel 1987 è
finanziata dal MiBACT dal 1997. Vincitore di numerosi premi tra cui il Premio
Totola, il Premio Piccoli Palcoscenici, il Premio UBU Giuseppe Bartolucci e il
Silver Snowflake al Sarajevo Winter Festival, il Lemming è da tempo
riconosciuto come uno dei gruppi di punta del nuovo teatro italiano ed
europeo.
▸ Scrive GIACOMO FRONZI in Teatro del Lemming. Teoria e pratica di una poetica
estrema (MicroMega, settembre 2014): “Questo teatro, diverso, antitradizionale,
che quotidianamente lotta per la propria sopravvivenza,
rappresenta una piccola rivincita nei confronti di quel segmento di realtà che
tenta silenziosamente di narcotizzare la coscienza di un uomo che, per poter
comprendere e interpretare il proprio mondo, sembra volersi avvalere sempre
di meno del potenziale ermeneutico ed euristico delle arti.”

SITO

 





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