MARCO BALIANI in “TRACCE”

MARCO BALIANI in “TRACCE”

20 gennaio 2018 – ore 21

MARCO BALIANI Dall’omonimo saggio di Ernst Bloch.
La fiaba come origine di ogni nostro sapere. Il mito come ciò che, prima della ragione e della scrittura, ci ha educati a vivere insieme. L’umanità occidentale che ha trasformato la natura intorno a sé, senza più riti propiziatori per chiederne il permesso. Il bisogno di recuperare teatro e favola per “conoscere meglio se stessi” e “rendere il mondo meno terribile”. Questi i segni, le “Tracce”.

Immaginate un “abbozzo continuo, una traccia di significati ancora da assumere, di immagini ancora da evocare”. Su questa suggestione, nata dalla lettura di un libro di aforismi e apologhi di Ernst Bloch, il grande filosofo tedesco del “principio speranza”, Marco Baliani ha creato Tracce. “Un’opera che pretenderebbe di mai terminare”, spiega Balian, “Quando ho letto Tracce di Bloch, che è all’origine di questa impresa, mi sono detto: sarà possibile anche in teatro creare una condizione di ascolto immaginativo, dove si possa, come dice Bloch, “pensare affabulando”, dove le direzioni (anche formali, di linguaggi usati) siano molteplici, aperte, non linearmente definibili?”.

A guidare Baliani sono stati i temi dello stupore e dell’incantamento. “Sono temi che visito di sovente nel mio lavoro d’attore o quando guido altri attori, sono due sostanze profonde dell’atto teatrale. Vorrei presentare queste sostanze attraverso una specie di mappa, di costellazioni narrative diverse, come un ronzio multiforme di racconti, aneddoti, ricordi, poesie, digressioni, riflessioni, domande.
Vorrei alla fine che gli spettatori si alzassero forse sconcertati, dispersi, ma colmi di altre memorie non dette, desiderosi di aggiungere altri racconti alla collana, di completare non il mio lavoro ma il loro percorso. all’interno della mappa”.

Tracce è un racconto diluito il cui filo conduttore è rappresentato da quattro parole: “Stupore”, “Incantamento”, “Infanzia” e “Racconto”. Ogni parola è protagonista di una narrazione ricca di ricordi, pensieri ed emozioni personali, ma anche di citazioni letterarie (oltre allo stesso Bloch, anche Rilke, Benjamin, Chatwin) e di scelte musicali affini e evocative: Bjork, Sainko, John Lurie, De André.
Marco Baliani (attore, regista, scrittore) è in un certo senso l’inventore del teatro di narrazione, seguendo la strada aperta da Dario Fo  e di cui è tutt’oggi uno dei massimi esponenti insieme a Marco Paolini ed Ascanio Celestini. Nell’ambito del teatro di narrazione ricordiamo Kohlaas del 1989 uno degli spettacoli che hanno  segnato per  forza e bellezza la storia della scena italiana degli ultimi 20 anni, dove Baliani, solo in scena seduto su una sedia, incanta il pubblico narrando la storia realmente accaduta nella Germania del 1500, di un mercante di cavalli, che diventa brigante per i torti subiti  dalla giustizia.

https://www.youtube.com/watch?v=fpd8eFTjvTw

http://www.marcobaliani.it/

http://www.marcobaliani.it/bio/





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